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mercoledì 13 ottobre 2010

Hommage a Phoebe Philo



Phoebe Philo è brava. So che non serviva questo post per niente perspicace per capirlo, ma voglio scriverlo lo stesso.
E' brava allo stesso modo in cui lo è Miuccia Prada. 
Le due designer condividono lo stesso tipo di talento declinato poi in mood differenti poiché originati da sensibilità e immaginari di riferimento differenti e destinati a due target distinti anche se non diametralmente opposti e in parte sovrapponibili. 
Alex Katz,  Song, 1980-1981
Mentre la donna Prada ricorda e ci ricorda - sia per l'estetica che per il carattere fiero e ostinato - Frida Kalho , la donna Celine sembra uscita da un ritratto senza tempo né luogo di Alex Katz, tanto è equilibrata e significativamente silenziosa. Non porta segni che permettano di riconoscere provenienza e passato, non indugia in decorativismi o virtuosismi couture. Non è brandizzata, non è logata, non è datata. é semplicemente elegante e elegantemente semplice. L'essenzialità è un valore all'interno della poetica della Philo , il rigore pure. 


Alex Katz, Brisk Day II, 1990
Ogni dettaglio, cucitura, risvolto o pince, è misurato e calcolato al millimetro per non cadere nel manierismo e nello sterile minimalismo.   La perfezione nelle misure e nelle proporzioni di uno smanicato in pelle color coccio - che è diventato l'Arancio-Céline- diventa caposaldo di un'estetica contemporanea, mentale e mai sfacciata, di una femminilità e di una sensualità sussurata, che non necessita di scollature e spacchi per attirare l'attenzione. Le bluse indossate sopra pantaloni e gonne, entrambi dal taglio grafico, ricordano l'abito monacale e le casacche seicentesce, come quelle indossate da Lucia Mondella. Le tuniche hanno un che di clinico, ma è una questione di estetica più che di attitude o di riflessione sulla moda, come nel caso dei camici di Margiela. 
I colori sono puri, acrilici, stesi in grandi campiture omogeneee ancora come in un'opera di Katz, e anche quando la designer si concede a fantasie e stampe, come nei completi casacca e pantalone, l'insieme risulta equilibrato, educato, felpato. 
Non c'è sempre bisogno di urlare per farsi sentire, anche se detto da me può sembrare ridicolo. Una volta la mia amica Ale, per giustificare il suo gusto minimal e mai eccentrico, mi disse - nonostante la sua ipnotica bellezza - che bisogna farsi notare per ciò che di intelligente si dice e non per ciò che di barocco si indossa o per quello che si espone nel proprio davanzale. Questo ragionamento, che rende giustizia all'intelligenza della mia grande amica, fa pensare alla moda di Phebe Philo, una moda in grado di  distinguersi per l'intelligenza e non per i ricami , gli scolli o le paillettes.

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