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lunedì 28 marzo 2011

creATTIVITA' (???)

Questo post avrebbe la dichiarata intenzione di stimolare una riflessione, un dibattito sull'insegnamento all'interno delle facoltà di architettura, design, arti applicate.
Dopo esserci imbattuti in questo blog ad opera di Robert Janson, (http://jansonrobert.blogspot.com/) abbiamo constatato per  l'ennesima volta come, sempre più all'estero e sempre meno in Italia, la sperimentazione sul campo sia considerata sempre più un lusso. Una zavorra in alcuni casi; sia essa tecnica, artistica, concettuale.
Quasi come se una bolla invisibile delimitasse il sapere/vedere dallo sperimentare/vivere. 

Alla Lund School of Architecture (Svezia) evidentemente la pensano in maniera differente, come dimostrano le immagini scattate durante un workshop sull'utilizzo di materiali poveri, di fortuna, come forme di sperimentazione architettonica.

Gli studenti della Technische Universitat Darmstadt, Germania, hanno invece sviluppato un progetto per una casa passiva con sistema di fotovoltaico/ solare termico integrati. E il team di universitari ha vinto il primo premio per la Decathlon Competition.




Sinceramente ho provato molta invidia nei confronti di questi studenti - ma gli esempi, dalla Korea, alla vicina Spagna, sono veramente tanti e diversificati.
E se anche in Italia cominciassimo a pensare al fare come ad una fase dell 'apprendere? 


domenica 27 marzo 2011

La libertà di "Lusso"

Da qualche giorno nella città di Pechino non è più possibile utilizzare la parola "lusso" nei manifesti e nelle campagne pubblicitarie  promosse nella città. Si dice sia per evitare di creare aspettative  -inevitabilmente tradite- nei compratori delle migliaia di nuove abitazioni  che si propongono sulla carta come lussuose e altolocate mentre in realtà sono tutt'altro. La galassia di brand occidentali, che in Cina guadagna sempre più addicted e affezionati, non potrà più fregiarsi della parola e dell'universo semantico legato alla parola lusso. Concentrato di significati e valori a cui i sempre più numerosi nouveaux riches cinesi ambiscono e che i prodotti del fashion e del design occidentali rappresentano e di cui sono strumento ostentativo per dirla come Veblen. Forse è per questo che tra i maggiori nuovi collezionisti di arte compaiono sempre più cognomi cinesi. Oltre la moda, il design, l'arredamento e le automobili il vero lusso è possedere un'opera d'arte, unica o quasi. I nuovi milionari e miliardari cinesi imitano i consumi dei loro "compagni" (parola forse non troppo comunista per questi ragazzi nati all'alba della rivoluzione culturale) europei e americani. 
Dopo la censura sui concetti di democrazia e libertà, dopo le omissioni e i tagli sulle vicende dei monaci buddisti in Tibet anche il lusso finisce sotto l'accusa della commissione censoria cinese. 

venerdì 25 marzo 2011

PET (in) ARCHITECTURE

Alcuni anni fa, In Giappone prima e in Italia mai, usciva un libro, intitolato Pet Architecture, scitto da Yoshiharu Tsukamoto, membro fondatore dello studio di Architettura Atelier Bow wowhttp://www.bow-wow.jp/).



Il testo (per lo più in giapponese ma ricchissimo di immagini) mostra quella pet architecture che di Tokyo, ed in generale dell’architettura urbana in Giappone, è componente fondamentale. Architetture domestiche, fragili e stoicamente provvisorie che sono (micro)tessuto connettivo delle città.


  
                                                    

E, per estensione , si può parlare di pet architecture anche guardando le vending machine giapponesi,presenti ovunque e simbolo della frammentarietà della città stessa.



Scrivo tutto questo non per fare una tarda recensione di un libro comunque interessante ma perché stuzzicato da una nuovo filone della fotografia per l’architettura; una Pet Architecture dove i nostri simpatici pet esplorano edifici patinati, nello stesso modo in cui le scimmie di 2010 Odissea nello spazio guardano il monolite nero.




mercoledì 23 marzo 2011

Il Taglio della Torta



Sinceramente continuo a preferire le torte di compleanno di una volta.
Quelle con le candeline azzurre, o rosa, che si spegnevano ancor prima dei nostri soffi furiosi. 
Quelle che mostravano chiaramente le ditate colpevoli degli invitati che, tra una ciliegia candita e una fogliolina commestibile, bramavano il taglio della torta.



E qui? Chi taglierà la torta? C'e in sala un coraggioso iconoclasta? O sarà invece il Maestro a of-fendere la sua stessa opera?

Buon Compleanno Signor Frank, 
anche da chi ammira senza essere devoto

giovedì 17 marzo 2011

Buon centocinquantesimo

Giovanni Fattori, Soldati francesi, 1859





Tripudio di tricolori, busti, tele e cartoline che ci ricordano l'anniversario risorgimentale.





Ma chi ci ha fornito l'iconografia per celebrare la nascita della nostra Italia?





Artisti purtroppo non abbastanza conosciuti come Gerolamo Induno, Michele Cammarano, Eleuterio Pagliano, Sebastinao De Albertis Gottardo Valentini parteciparono direttamente alle guerre d’ indipendenza o alla campagne garibaldine, conoscendo in prima persona la vita da soldato, altri furono chiamati in qualità di pittori ufficiali e “reporter di guerra” a rappresentare dal vivo i fatti bellici, come ad esempio Giovanni Fattori. Nella metà del XIX secolo non esisteva in Italia, a differenza della Francia, uno specifico genere per rappresentare scene di battaglia contemporanea, la realtà veniva trasfigurata nel mito o nella storia (il classicismo è sempre la nostra fortuna e la nostra condanna, artisticamente parlando). Furono proprio questi artisti ad inserire nelle proprie opere il popolo, anonimi soldati che combatterono e sacrificarono la vita in nome dell’unità italiana. Membri dell’esercito piemontese, bersaglieri, garibaldini, volontari senza nessuna divisa che combattono con un solo scopo: l’Italia unita. La retorica tipica della tradizionale pittura storica, che mette in scena come su un palco il culmine della battaglia, il momento di massimo eroismo, scompare progressivamente e lascia spazio a una sincera partecipazione da parte del pittore che preferisce lasciare sullo sfondo i fumi della battaglia e raccontare con inedito realismo i dolori, i sentimenti e la gloria di coloro che la Storia non ricorda per nome. Alcuni di questi pittori sacrificarono la loro vita durante le campagne in nome dell'ideale patriottico, ed è chiaro quindi lo sforzo e il pathos dentro queste opere. 
Le fisionomie dei soldati di Gerolamo Induno sono rese con intenso naturalismo, carico ed espressivo. Sono gli stessi volti e gli stessi tratti che compaiono nella coeva pittura di genere, ma sono dotati ora di un'inedita dignità. 
Tra gli umili nuovi protagonisti delle tele compaiono sempre più frequentemente coloro che, pur non partecipando fisicamente agli scontri, rappresentano l’altra faccia del Risorgimento italiano: le famiglie dei soldati, ritratte durante le attese, le preghiere o le letture dei bollettini di guerra. Le donne sono il soggetto preferito di molto artisti. Donne che sono le madri e le mogli d’Italia, la fertile ricchezza della nazione che, trasfigurate, diventano la Nazione stessa. Donne che nel rispetto dei ruoli di genere compiono il loro dovere patriottico cucendo bandiere tricolori, coccarde o camicie rosse. Donne che, come al solito, sono anche vittime inconsapevoli della violenza, una su tutte La Tresteverina Uccisa di Induno.
Gerolamo Induno, La partenza dei circoscritti, 1866
Gerolamo Induno, La battaglia di Cernaja, 1857
Odoardo Borrani, La veglia, 1880
Gerolamo Induno, Ascoltando la lettera del giorno, 1864
Michele Cammarano, I bersaglieri alla presa di Poarta Pia, 1871
Gerolamo Induno, Trasteverina uccisa da una bomba, 1850

lunedì 14 marzo 2011

Cara Cultura

Gita domenicale a Ravenna, capitale bizantina in Italia, culla paleocristiana, tesoro musivo. L'obiettivo iniziale era "L'Italia s'è desta " presso il MAR (http://www.museocitta.ra.it/ ) , mostra dedicata alla produzione artistica dal 1945 al 1953, otto anni visti come chiave di volta per tutto il rinnovamento artistico successivo. Poi, andare a Ravenna ignorando la sua vocazione paleocristiana ci sembrava alquanto criticabile. Quindi visita a San Vitale e ai suoi meravigliosi mosaici che fa tanto gita delle medie e poi si mangia il gelato tutti insieme. 
Acquistare il biglietto per visitare la chiesa  e il mausoleo di Galla Placidia, con la possibilità di visitare anche il Museo Diocesano costa appena 11 euro con lo sconto studenti. 
Cerco di visitare il maggior numero possibile di mostre, musei, luoghi sacri, are, grotte, caverne perché vorrei che un giorno poter comunicare queste mie conoscenze, scriverne, parlarne, meditarci e rifletterci, farne il mio lavoro e il campo di studi. Pur non essendo l'arte antica e medievale il mio luogo di elezione cerco di assorbire tutto il possibile dei meravigliosi tesori che ci sono in  Italia, tesori che dovremmo conoscere a memoria e ringraziare ogni giorno la Storia per aver permesso che tale cultura sia potuta fiorire in Italia, dove siamo ben consci del loro valore e dove non permettiamo a case dei gladiatori di crollare.
é inammissibile parlare di Teodora, dei 5000 colori diversi di tessere musive o delle colonne in marmo di San Vitale senza averle viste di persona. 
Ormai sono pochissimi i musei che offrono entrata gratuita agli studenti di arte, figuriamoci agli studenti in generale. 
E sento professori lamentarsi, anche giustamente perchè solo la vista allena e affina la critica,  che noi studenti non vistiamo abbastanza le mostre, le permanenti, le chiese, i palazzi, le residenze.  "Non avete visitato a Roma l' ambasciata di Francia con affreschi di Siciolante da Sermoneta?!!!"
Se ogni ingresso costa 11 euro come incentivare la mia generazione a sentire come proprio questo patrimonio artistico.
Concludo ricordando che l'ingresso al Louvre è gratuito ai minori di 26 anni.

mercoledì 2 marzo 2011

Cremaster Givenchy

La nuova campagna di Givenchy non cita - più o meno consapevolmente- Matthew Barney?
Scattata da Mert Alas & Marcus Piggott contrappone il maschile al femminile, facendoli  in realtà emergere l'uno dall'altro. Molto gender bender. 
La soave ma inquietante Daphne Groeneveld porta già in sé lo spettro del suo opposto, la fiera maschile: Stephen Thompson. Accanto il demone diviene umano e si veste di bianco ma dall'inconscio emerge una figura mascherata. La versione fashion dell'Es forse? 
Il clima, i colori, il mood, quell'immobilismo tutt'altro che rassicurante come la quiete prima della tempesta non ricordano  Cremaster Cycle, in particolare il primo?  (http://www.youtube.com/watch?v=rwCt1TG35v4
Ma soprattutto, Stephen Thompson non è la versione candida di Matthew Barney? 
Givenchy campain , SS 2011



Matthew Barney



Frammento di Cremaster 1

DON CHI?



La riproduzione casuale dell'i-pod mi propone questo capolavoro del maestro Francesco durante la mia pedalata giornaliera in cyclette: Don Chisciotte. Molto pericoloso. Lo stream of consciousness parte in modo altrettanto casuale. Mi viene subito in mente l'articolo letto qualche giorno prima di Guia Soncini all'interno della sua rubrica su D di Repubblica "Affacciati alla finestra amore mio" (http://dweb.repubblica.it/dweb/2011/02/19/attualita/attualita/178win730178.html. ) La Soncini nell'articolo descrive la bruciante attualità di Nostra Signora dell'ipocrisia, altra canzone del maestro Guccini. (Ecco il fil rouge del mio pensiero ).
Con la sua solita vena amara, sarcastica e graffiante, coronata da un sano snobbismo, quello praticato da chi se lo può permettere  (brava, brava, brava), conclude sottolineando la medesima età della canzone, riflessione poetica su una certa situazione politica e sociale, e di Ruby, prodotto di una certa situazione politica e sociale. Evito volentieri di scrivere che con il denaro guadagnato a notte da queste signorine si può tranquillamente pagare un intero anno di stipendi di un qualunque dipartimento di una grossa università italiana. 
Cosa c'entra? Mica è finanziata da chi frequenta le escort l'università italiana. 
Veramente questa questione meriterebbe un'approfondita indagine in  sede di discussione di tesi di dottorato. 
Evito di ricordarvi tutte le disgrazie, le delusioni, le povertà intellettuali - che tra l'altro non sono certo causate da Ruby!- e  vi cito ancora una volta il maestro Francesco perché sono fermamente convinta lamentandoci possiamo solo peggiorare.


   Nel mondo oggi più di ieri domina l'ingiustizia, 



ma di eroici cavalieri non abbiamo più notizia; 
proprio per questo, Sancho, c'è bisogno soprattutto 
d'uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto