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giovedì 17 marzo 2011

Buon centocinquantesimo

Giovanni Fattori, Soldati francesi, 1859





Tripudio di tricolori, busti, tele e cartoline che ci ricordano l'anniversario risorgimentale.





Ma chi ci ha fornito l'iconografia per celebrare la nascita della nostra Italia?





Artisti purtroppo non abbastanza conosciuti come Gerolamo Induno, Michele Cammarano, Eleuterio Pagliano, Sebastinao De Albertis Gottardo Valentini parteciparono direttamente alle guerre d’ indipendenza o alla campagne garibaldine, conoscendo in prima persona la vita da soldato, altri furono chiamati in qualità di pittori ufficiali e “reporter di guerra” a rappresentare dal vivo i fatti bellici, come ad esempio Giovanni Fattori. Nella metà del XIX secolo non esisteva in Italia, a differenza della Francia, uno specifico genere per rappresentare scene di battaglia contemporanea, la realtà veniva trasfigurata nel mito o nella storia (il classicismo è sempre la nostra fortuna e la nostra condanna, artisticamente parlando). Furono proprio questi artisti ad inserire nelle proprie opere il popolo, anonimi soldati che combatterono e sacrificarono la vita in nome dell’unità italiana. Membri dell’esercito piemontese, bersaglieri, garibaldini, volontari senza nessuna divisa che combattono con un solo scopo: l’Italia unita. La retorica tipica della tradizionale pittura storica, che mette in scena come su un palco il culmine della battaglia, il momento di massimo eroismo, scompare progressivamente e lascia spazio a una sincera partecipazione da parte del pittore che preferisce lasciare sullo sfondo i fumi della battaglia e raccontare con inedito realismo i dolori, i sentimenti e la gloria di coloro che la Storia non ricorda per nome. Alcuni di questi pittori sacrificarono la loro vita durante le campagne in nome dell'ideale patriottico, ed è chiaro quindi lo sforzo e il pathos dentro queste opere. 
Le fisionomie dei soldati di Gerolamo Induno sono rese con intenso naturalismo, carico ed espressivo. Sono gli stessi volti e gli stessi tratti che compaiono nella coeva pittura di genere, ma sono dotati ora di un'inedita dignità. 
Tra gli umili nuovi protagonisti delle tele compaiono sempre più frequentemente coloro che, pur non partecipando fisicamente agli scontri, rappresentano l’altra faccia del Risorgimento italiano: le famiglie dei soldati, ritratte durante le attese, le preghiere o le letture dei bollettini di guerra. Le donne sono il soggetto preferito di molto artisti. Donne che sono le madri e le mogli d’Italia, la fertile ricchezza della nazione che, trasfigurate, diventano la Nazione stessa. Donne che nel rispetto dei ruoli di genere compiono il loro dovere patriottico cucendo bandiere tricolori, coccarde o camicie rosse. Donne che, come al solito, sono anche vittime inconsapevoli della violenza, una su tutte La Tresteverina Uccisa di Induno.
Gerolamo Induno, La partenza dei circoscritti, 1866
Gerolamo Induno, La battaglia di Cernaja, 1857
Odoardo Borrani, La veglia, 1880
Gerolamo Induno, Ascoltando la lettera del giorno, 1864
Michele Cammarano, I bersaglieri alla presa di Poarta Pia, 1871
Gerolamo Induno, Trasteverina uccisa da una bomba, 1850

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